Le stagioni di Louise - Recensione


E’ estate in una spiaggia affollata della Normandia. A osservare i chiassosi bagnanti c’è la placida vecchietta Louise. A stagione finita l’anziana perde però il treno del ritorno, ma decide di restare, affrontando una difficile prova di sopravvivenza. Le lunghe stagioni fredde, e il desolato paesaggio, offriranno il fianco a una navigata in solitaria tra sogni surreali e i ricordi agitati di una vita controcorrente. Sola coi suoi fantasmi, dinanzi a quelle onde che s’infrangono con ineluttabile tempismo, Louise acquisirà la necessaria consapevolezza per affrontare l’inevitabile con serenità. Il regista francese Jean-François Laguionie (classe 1939) realizza un delicato inno alla terza età. La forma creativa scelta utilizza un’animazione a tecnica mista. Gli sfondi prendono vita con uno stilizzato disegno tradizionale, mentre la protagonista e i suoi comprimari sono in CG.
Questa dissimile veste grafica, tuttavia, convive in armonia tra riferimenti fumettistici e pittorici (Magritte, Hopper). La composizione visuale è un trionfo di acquarelli su carta ruvida, che donano all’opera un soave tratto stilistico. A dar voce a Louise, e anche un pizzico di verace temperamento, ci pensa la bravissima Piera Degli Esposti. Una favola adulta e poetica dalla circolare struttura narrativa, che diventa racconto intimo di grande impatto visivo ed emotivo. Un’avventura esistenziale tra le mille sfumature dell’animo umano, che possiede tutta l’irrazionale libertà di un’estate senza fine. Dello stesso regista consiglio il bellissimo, e poco visto, “La tela animata” (2011). VOTO 7+   TRAILER

Scheda tecnica
titolo originale Louise en hiver
genere  animazione
anno 2016
nazionalità Francia, Canada
regia  Jean-François Laguionie
durata 75'

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