Andrej Rublëv - Capolavoro




Secondo lungometraggio, in bianco e nero, del regista russo Andrej Tarkovskij, che partendo dall’anno 1400 attraversa 23 anni di storia dell'antica Russia. Un poema epico strutturato su un piano temporale consecutivo, che fotografa un pezzo di vita, vissuta o evocata, di Andreij Rublëv, il più grande pittore d’icone della Cristianità. Non è però una biografia, l’artista è testimone e non protagonista. Attraverso le crisi spirituali, artistiche e la decadenza fisica e psicologica di Rublëv, il regista costruisce un affresco storico votato all’arte, dal profondo spessore drammatico e dal grande respiro epico. Il film è strutturato in otto episodi, oltre ad un prologo, e un epilogo a colori.


Prologo: Le prese di coscienza non sono gradite dall’ordine divino, e l’autore lo mette in chiaro da subito. Vi si vede un uomo trasportato nel cielo da un’improvvisata mongolfiera e poi punito con la caduta per l’ebbrezza provata: “Sto volando!”. Un incipit allegorico che è monito per chi aspira a superare i limiti umani.

Capitolo 1 "Il buffone" (anno 1400): Rublëv esce per la prima volta dal monastero, e il suo sguardo innocente si trova di fronte ad un mondo spietato, che non perdona nemmeno l’ironia di un giullare.

Capitolo 2 “Teofane il Greco” (1405): Il confratello Kirill, che in modo malcelato invidia Andreij dice: "Io dipingo velocemente, dieci giorni al massimo, e ho le idee chiare: il popolo è ignorante e capace solo di peccare. Deve vivere nel terrore e scontare i suoi peccati.” Il male quindi alimenta il bene e viceversa. Il paragone col tradimento di Giuda è evidente, ma alla fine trionfa il talento.


Capitolo 3 “La Passione secondo Andrej” (1406): Teofane e Rublëv e discutono di arte; il primo sostiene sia al servizio di Dio, l’altro, invece, ha una visione più umanistica.

Capitolo 4 “La festa” (1408): I pagani celebrano le loro passioni carnali, il protagonista prova l’attrazione fisica ma la ignora.

Capitolo 5 “Il Giudizio Universale” (1408): il pittore si rifiuta di dipingere l’opera che serve per terrorizzare il popolo.

Capitolo 6 “La scorreria” (1408): Rublëv vede soccombere il proprio idealismo di fronte all’invasione tartara. Frase simbolo: “Non c’è nulla di più pauroso di veder cadere la neve in una chiesa”.

Capitolo 7 “Il silenzio” (1412): Costretto a uccidere, per penitenza, Andreij fa voto di mutismo.

Capitolo 8 "La campana*" (1423) Ultimo magnifico episodio. Di fronte a un nuovo trionfo della volontà umana e dell’arte (la costruzione di una campana), A. R. riacquista il credo nei propri valori, passione e vocazione.

Epilogo: 10 minuti di panoramica a colori per mostrarci le opere del vero artista, con chiusura sulla Trinità.

Il film uscì in patria solo nel 1972, bloccato dalla censura sovietica per ben sei anni! Un capolavoro monumentale creato da un talento visionario, nel quale confluiscono influenze artistiche e letterarie. Un’opera fiume, dove l’acqua trasporta tempo, vita e morte, e allo spettatore non rimane che lasciarsi trascinare. TRAILER


*La campana di Boriska reca un altorilievo con la rappresentazione di San Giorgio che sconfigge il drago, ovvero il demonio. San Giorgio è il protettore dei cavalli. Il cavallo è però anche il simbolo dello spirito del popolo russo, della sua ansia di libertà, dell'identità.



Scheda tecnica
titolo originale Andrej Rublëv
genere epico, drammatico, biografico, storico
anno 1966
nazionalità Unione Sovietica
cast Anatolij Solonicyn, Ivan Lapikov, Nikolaj Grin'ko
regia Andrej Tarkovskij
durata 205 min'
sceneggiatura Andrej Mikhalkov-Končalovskij, Andrej Tarkovskij




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