Prisoners - Recensione


Pennsylvania. Giorno del Ringraziamento. Due bambine di sette anni, Anna e Joy, spariscono nel nulla; le rispettive famiglie, disperate, fanno di tutto per trovarle, ma all'arrabbiato papà Keller (Hugh Jackman) la situazione sfugge di mano...riuscirà l'agente di polizia Loki (Jake Gyllenhaal) a risolvere il caso? Cast all-star per l'esordio americano del regista franco-canadese Denis Villenueve (assolutamente da recuperare il suo bellissimo “La donna che canta”, qui recensione), che conferma la sua maestria nel rigore formale e drammaturgico della messa in scena e nell'uso dei simbolismi.
Il soggetto offre mille spunti, morali e psicologici, per la riuscita di un thriller d'autore teso e avvincente, ma purtroppo la sceneggiatura si rivela poco attenta ai dettagli, lasciando spesso perplessi. Lo script in svariati snodi narrativi manca di credibilità, tratteggia alcuni personaggi in maniera sommaria sprecando bravi attori (Davis, Howard, Bello) e accumula momenti “telefonati”. Un giallo claustrofobico, crudo e ambizioso, in cui vittime e carnefici sovente si scambiano i ruoli, ma anche due ore e mezza di alti e bassi, che alternano le ottime performance di Jackman/Gyllenhaal e una regia sicura, a una storia che azzarda e a volte scivola, perde ritmo e mordente. VOTO 6,5

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