Gli amanti passeggeri - Recensione

Volo Peninsula 2549, Madrid-Messico. Un’avaria al carrello costringe a un forzato e prolungato vagare sui cieli di Toledo, obbligando una varia umanità a convivere in una situazione di crisi; mentre l’economy class viene subito messa fuori gioco, la business si diverte con sesso, alcol e droga. Una metafora critica sulla situazione economica in Spagna? Forse negli intenti, ma più che una pungente satira ne esce una pellicola ludica e provocatoria. Pedro Almodovar torma alle origini, con questa colorata e sboccata commedia dall’anima queer, che ricorda il suo cinema anni ’80: poco nella dissacrante vena anarchica, molto in qualche scurrilità (di troppo). 
Il film è una sequela di gag divertenti, che rendono godibile la visione, ma scivolano lievi senza mai lasciare il segno perché non supportate da un solido tessuto narrativo. I personaggi hanno il labile spessore di una maschera, e in mancanza d’idee si scivola spesso sugli stereotipi. Dopo tanti melodrammi, un (tanto) atteso e (poco) gradito ritorno alla commedia. Forse Almodovar non frequentava il genere da troppo tempo, e l’elegante e sfrontato dinamismo degli esordi, cede il passo a una grossolana e ridanciana leggerezza. VOTO 5

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