Marilyn - Recensione


1956. Colin Clark, 23 anni, terzo aiuto-regista sul set de "Il principe e la ballerina", diventa, amico e confidente di Marylin Monroe, e assiste allo scontro fra due mondi, due facce della stessa medaglia, ma non dello stesso cinema…: la rigida impostazione teatrale di Sir Laurence Olivier, contro la sensuale procacità della diva Marylin. 2011. Dal libro di memorie di Clark, viene tratto un film interpretato da Sir Kenneth Branagh (Olivier) e dall’americana Michelle Williams (Monroe); stavolta le cose vanno meglio, ed entrambi vengono candidati all’Oscar per questa parte. Impeccabile il primo, nel tratteggiare l’inflessibile prepotenza dell’attore-baronetto, coraggiosa la seconda nell’accettare un ruolo “scomodo” e complesso. Lasciando da parte ogni pregiudizio, va riconosciuto che l’interpretazione non si limita alla sinuosa e ammiccante imitazione, ma riesce a trasmettere la spontanea e sensuale allure della diva. Regia semplice e lineare, di stampo televisivo, del debuttante (al cinema) Simon Curtis, che spreca Dame Judy Dench e non aiuta la scialba Emma Watson. Il classico film “carino”: dignitoso, patinato, e scacciapensieri, che ha il merito di restituire la memoria di una vera diva, più che un’attrice, un’icona; ma anche la fragilità e le insicurezze di Norma Jeane Baker, in arte Marilyn. VOTO 6+

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