Warrior - Recensione

Complice un torneo di arti marziali miste,  un padre dal passato violento (Nick Nolte ) ritrova i due figli, che non si parlano da anni: Tommy (un grande Tom Hardy) dal presente duro, rancoroso, con cui è difficile convivere,  e Brendan (Tom Hardy) dal futuro colmo di speranze, su cui però pesano la crisi economica, e i debiti (anche affettivi) di due famiglie. Un film, che prende a  prestito la struttura classica del genere, costruendoci sopra una sceneggiatura matura,  che predilige i legami familiari ai riscatti personali, i personaggi allo spettacolo, e regala una storia permeata da una pietas degna del miglior Eastwood. Grazie a una camera a mano ben condotta, gli scontri fisici risultano tesi e coinvolgenti,  privi di gratuite piroette o noiosi ralenti, che di solito popolano il cinema d’azione. Una regia capace di costruire un crescendo emotivo che commuove, e che trova il suo apice nel potente finale, in cui un gesto conta più di tante parole. VOTO 7.5

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