Bastardi senza gloria - Recensione

Tarantino ritorna ad "usare" il cinema, soprattutto quello di genere, plasmandolo a sua immagine; la novità sta nel fatto che qui adatta al suo stile anche la Storia (quella con S maiuscola), contrapponendo ebrei e nazisti, come se fossero due bande rivali, e dove i primi sono bastardi quanto i secondi. Quentin non ha mai sofferto di blocchi creativi, e complice il sacro fuoco della passione cinefila, da sfogo ad una libertà d’invenzione che meraviglia, commuove e fa sorridere. Tarantino colleziona citazioni (Sentieri Selvaggi, Vogliamo Vivere) e omaggi (Morricone), con la spontanea sincerità di un bimbo con la mano nel vaso delle caramelle, realizzando un’opera che sfugge ad ogni etichetta. Il regista ci consegna un altro grande film, ma il tempo ce lo restituirà per quel che è: un capolavoro. VOTO 8,5

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